Eref, Elodon e Larimia
-Eref, ci hanno mentito-
-Non capisco di cosa parli-
-Dicevano che oltre i monti il cammino sarebbe stato duro e impervio ma non è così. E’ meno gradevole ma ancora ben praticabile. Tu ci eri già stato, perché non me lo hai detto?-
-Tu non sai nulla, Larimia-
-Quanto sei serio…-
-Ecco arrivare Elodon. Alzati, riprendiamo il viaggio-
Larimia non aveva mai viaggiato oltre i Monti Auspici. Considerata troppo giovane per avventurarsi più a Sud, in quello che gli Elfi chiamavano Ultragon (“Altrove”: riferito a tutto ciò che si trova oltre i confini delle loro terre).
Storicamente i membri più anziani e saggi di quella razza demonizzavano l’Ultragon dipingendolo come una luogo impuro, popolato da creature subdole e pericolose, stigmatizzando ogni pensiero contrastante con quell’idea.
-Elodon cosa ci aspetta più avanti?-
-La boscaglia s’infittisce. Questo ci consentirà di muoverci senza essere notati se la smetti di fare domande, Larimia-
-Ma quanto siete noiosi! Non c’è nessuno in questi boschi altrimenti lo sentiremmo-
-Taci, stolta!-
Larimia era riuscita ad avere l’approvazione per viaggiare oltre i confini delle terre degli Elfi a patto che rimanesse con altri più anziani ed esperti di lei. Si era quindi unita alla spedizione di Eref e Elodon verso il Lago Nereo.
Alimos, Leinar, Eric e Ilion
-Ilion sei certo che la direzione sia giusta? Io non ricordo di esser passato da qui- Leinar non era mai stato un cuor di leone.
-Leinar Grangarian sei un fifone!- lo derise Alimos.
-Non sono un fifone!-
-Oh sì che lo sei!-
-Smettetela! Fate scappare la selvaggina- si intromise Eric.
Ilion era più avanti, in testa alla fila, e non aveva fatto caso a quel breve scambio di battute, concentrato com’era ad analizzare il terreno e l’ambiente circostante.
-Okin!- esclamò per farsi sentire dagli altri -Un esemplare pesante, un grosso maschio o, forse, una femmina incinta-
Eric lo raggiunse senza far rumore -Se si tratta di una femmina dovremo rinunciare-
Ilion si voltò a fissarlo con aria di sfida -Non mi sono mai tirato indietro di fronte ad una femmina-
Leinar Grangarian e Alimos Buggi si avvicinarono per ascoltare.
-Le tracce sono fresche. Siamo vicini. Potrebbe essere lungo la riva del ruscello più in basso, il rumore dell’acqua coprirà i nostri passi. Leinar ed Eric scenderanno da sinistra per coprirgli la fuga, Alimos dovrà spaventarlo e farlo venire verso di voi, io lo sorprenderò alle spalle- concluse Ilion.
Gli altri sembrarono riflettere qualche istante per poi concludere che era una buona strategia.
-Andiamo!- Eric fece un segno a Leinar e insieme si incamminarono.
-Speriamo sia più grosso dell’ultima volta…- sorrise Alimos scomparendo nella boscaglia senza fare alcun rumore.
Ilion Xenodecit fu l’ultimo a muoversi.
L’incontro
Larimia non era abituata a quel genere di escursioni e guardava con occhi innocenti ed estasiati ogni cosa nuova incontrasse lungo il percorso. Altresì non era mai stata tanto a lungo così distante dalle splendenti e immacolate mura di Axalia. Aveva continuamente la sensazione di avere polvere addosso e ragnatele tra i lunghi capelli.
-Ho bisogno di togliere questa polvere di dosso- disse ai suoi compagni di viaggio.
-Non possiamo perder tempo per queste cose. Siamo in missione!- rispose seccato Elodon.
-Io non capisco come facciate voi a muovervi liberamente con tutta questa polvere addosso, è così fastidiosa. Siete diventati selvaggi come gli animali che abitano queste foreste?-
Elodon stava per risponderle per le rime ma Eref lo fermò.
-A sinistra, poco distante, troverai un ruscello dove potrai rinfrescarti. Noi ti attenderemo qui. Fa in fretta.-
Larimia sorrise.
-In caso di pericolo scocca una freccia fischio e noi arriveremo subito- concluse lui con gentilezza.
-Grazie Eref, sei un caro amico- lo ringraziò prima di incamminarsi nella direzione indicata.
-Stiamo perdendo tempo- Elodon si rivolse a Eref seccato.
-Non essere così rigido- rispose Eref senza smettere di fissare la figura di Larimia che scompariva tra la vegetazione.
-So quali sono le tue intenzioni con lei ma non è così che otterrai i suoi favori. Se continuerete a rallentare la missione andrò avanti senza di voi-
Lariamia era ormai lontana per udire l’ultimo scambio di battute tra i suoi due compagni di viaggio. Ignara dei sentimenti di Eref, che intendeva chiederla in sposa a suo padre, raggiunse il ruscello in pochi minuti e, una volta lì, mise da parte il proprio equipaggiamento, si tolse gli indumenti ed entrò nella fredda, limpida acqua.
Per lei era un vero sollievo poter rinfrescare la pelle e ripulirsi dal terriccio e dalla polvere e, con l’ingenuità della sua inesperienza dimenticò di rimanere all’erta. Il monotono scrosciare dell’acqua coprì gli altri rumori intorno e Larimia non si accorse del grosso esemplare di Okin che, poco distante, si stava avvicinando per abbeverarsi. Nonostante la notevole mole, l’animale si muoveva con leggerezza sulla fanghiglia che ricopriva la riva, senza fare molto rumore.
Larimia si voltò e sobbalzò spaventata vedendolo a pochi passi di distanza. Gli Elfi hanno una naturale affinità con le piante e gli animali e, sebbene non avesse mai visto prima un essere simile, Larimia sapeva che non le avrebbe fatto alcun male.
Curiosa, si avvicinò alla riva per toccarlo ma un rumore tra i cespugli fece allertare l’animale che indietreggiò annusando l’aria. Il fine olfatto avvertì l’odore dei cacciatori e l’Okin, a passo svelto, si diresse nella direzione opposta. Avvenne tutto in pochi istanti, l’animale vide tra i cespugli gli occhi di Alimos e capì di essere in trappola, quindi si voltò e si lanciò in una folle corsa verso il fiume, proprio in direzione dell’Elfa.
Larimia spaventata lanciò un urlo ma prima che l’animale potesse travolgerla nella sua corsa, una lancia si conficcò nel suo collo.
L’Okin scivolò sulla riva esanime, con il muso immerso nelle acque azzurre che andavano tingendosi di rosso.
Ilion si fece avanti a bocca aperta, fissando il corpo di Larimia ancora bagnato e il suo splendido, innocente viso.
Cercò di riprendere il controllo di se e fece per parlare ma una freccia gli trafisse la spalla facendolo cadere.
-Larimia!- I due Elfi compagni di viaggio di lei la raggiunsero di corsa entrando in acqua.
-Ilion!- I cacciatori che erano con Ilion balzarono fuori dai propri nascondigli per soccorrerlo.
La situazione stava prendendo una piega molto pericolosa.
Eref raggiunse Larimia per assicurarsi che stesse bene mentre Elodon teneva sotto tiro gli Eriin con il suo arco magico.
Leinar ed Eric, armi in pugni, si avvicinarono all’Elfo da due lati per rendergli le cose più difficili mentre Alimos aiutò Ilion a rialzarsi fissando l’Elfo con disprezzo.
-Eref!- chiamò Elodon in evidente difficoltà.
-Fratelli miei, non è come sembra!- intervenne Larimia per evitare una tragedia -Questo Eriin mi ha salvata!- indicando la grossa carcassa di animale che giaceva immobile poco distante.
Gli Elfi, interdetti, abbassarono gli archi. Gli Eriin, pur non comprendendo la lingua degli Elfi intuirono il senso di quelle parole e anche loro riposero le proprie armi.
-Avete ferito il nostro amico!- ringhiò Alimos che intanto si era accertato che la ferita di Ilion non fosse grave.
-E’ ben peggio di quanto non sembri- rispose Elodon in perfetta lingua di via -Fa che ingerisca questo! Così non morrà- e dicendogli queste parole gli lanciò un piccolo sacchetto contenente delle bacche azzurre. Poi si avvicinò al corpo esanime dell’Okin e studiò le tracce lasciate sul terreno per comprendere come mai un simile essere, non predatore, avrebbe dovuto attaccare Larimia.
Troppo tardi avrebbe capito che la causa dell’attacco erano stati gli stessi Eriin che avevano salvato Larimia ma intanto la situazione richiedeva un ringraziamento e Larimia propose agli Eriin di accamparsi insieme finché il loro amico ferito non fosse guarito.