La foresta assisteva, silenziosa e buia, alla caccia che si stava tenendo al suo interno. Due esseri dalle orecchie a punta, Elfi Silvani, fuggivano tra gli alberi guidati da un lupo. Uno dei due, la femmina, sembrava ferita ad un braccio. Il rumore dei loro passi sull’erba era simile al fruscìo del vento, e si muovevano con incredibile velocità nonostante fosse notte. I loro occhi vedevano, nella penombra, meglio di qualsiasi occhio di Eriin.
I loro inseguitori non erano da meno però. Lunghe orecchie a punta e pelle color carbone, agili e silenziosi. Erano Elfi Oscuri, chiamati dagli Eriin semplicemente gli “Oscuri”. La loro razza era conosciuta e temuta da molti, perché essi possedevano le qualità dei propri fratelli, che avevano ripudiato, ma le usavano per i propri crudeli interessi e, per questo, la loro pelle aveva mutato colore da un candido chiaro a uno scuro peccaminoso. Privi di pietà o misericordia erano divenuti assassini spietati.
Luxian faceva parte di una spedizione esplorativa composta da 5 Elfi Silvani. Avevano raggiunto le pendici dei monti Alti solo la sera prima ma, quella notte, erano stati attaccati.
-“Luxian, cosa ti turba?”- aveva chiesto Seralia avvicinandosi a lui mentre suo padre, Axtor, discuteva con gli altri sul percorso da seguire.
Luxian stava osservando le stelle a Nord -“Elis è tesa!”- sussurrò.
-“E’ la sua prima spedizione in questa regione, forse è solo un po’ disorientata”- aveva risposto Seralia conciliante ma Luxian non si era lasciato convincere. Tante volte, in passato, il suo famiglio aveva dato prova di valore e, di certo, un viaggio del genere non poteva confonderla.
Elis sembrava interdetta, come incerta se mettersi in guardia o rilassarsi, con i nervi a fior di pelle. Solitamente la lupa riconosceva subito il pericolo, perciò poteva trattarsi di qualcosa o qualcuno capace di nascondere bene la propria presenza. Tutto il gruppo andava messo all’erta.

I due giovani Elfi Silvani corsero verso gli altri ma quando raggiunsero la radura i loro compagni erano già impegnati in battaglia. Axtor era stato ferito a una spalla e non riusciva a impugnare l’arco. Il dardo che lo aveva colpito era inconfondibile, si trattava di Elfi Oscuri, silenziosi, precisi e letali. Probabilmente la punta della freccia era avvelenata.
Axtor si voltò verso Luxian e Seralia -“Fuggite! Il famiglio ora conosce il loro odore, vi guiderà nella foresta. Noi li terremo occupati!”-.
Gli Elfi non brillano per sentimentalismo o generosità, quello era semplicemente il risultato di una veloce riflessione: i nemici erano troppi per sperare di vincerli in quelle condizioni mentre se si fossero messi tutti in fuga sarebbero stati solo un bersaglio più facile.

Cogliere un Elfo di sorpresa è cosa rara, ma ancora più raro è assistere ad una battaglia tra membri di questa razza. Gli Elfi continuavano a muoversi con la grazia e la delicatezza che li caratterizzano, anche mentre combattevano e cadevano. Nel silenzio della notte si udivano solo i fischi delle frecce e leggeri sussurri che ripetevano ordini strategici.
Luxian e Seralia era riusciti ad allontanarsi e procedevano spediti solo grazie ad Elis che li guidava attraverso la foresta evitando con cautela gli Elfi Oscuri. I loro nemici infatti potevano essere silenziosi come ombre e abilissimi nello spionaggio ma non potevano ingannare l’acuto olfatto della lupa che ora conosceva il loro odore.
Elis annusò l’aria con attenzione e all’improvviso cambiò direzione gettandosi attraverso alcuni cespugli fitti. Luxian e Seralia la seguirono scivolando all’interno di una buca, stretta e fangosa, giù per alcuni metri. Sembrava la tana di un animale. In quell’antro non arrivava luce esterna e la loro vista non era sufficiente a dissipare le tenebre. Si affidarono quindi all’udito.
Si sentiva il respiro di Elis a pochi passi da loro, sembrava tranquillo, come se l’animale finalmente si sentisse al sicuro. Poi un altro rumore attirò l’attenzione dei due Elfi Silvani: sopra le loro teste, l’eco di passi leggeri.
I loro inseguitori erano più vicini di quanto non credessero. Questo significava che i loro compagni erano morti. Luxian estrasse uno dei suoi Makhaira pronto a colpire chinque avesse tentato di entrare in quella tana ma il rumore dei passi si allontanò veloce com’era arrivato.
Quando fu certo di non sentire altri rumori rinfoderò l’arma. Chiamò il nome di Seralia in un bisbiglio ma l’Elfa non rispose. La cercò dunque con le mani e subito si accorse che era svenuta, stesa a terra e fredda. La ferita che aveva sul braccio era avvelenata….